Il vecchio tavolo




Alla fine ci si incontra sempre tutti qui, intorno a questo tavolo.
La magia delle tavolate, che cosa strana. A tavola può succedere di tutto, ci si riunisce, e la maggior parte delle volte si è felici, quando si "banchetta" lo si fa sempre con entusiasmo. Ci sono le feste comandate, i compleanni, le riunioni di famiglia, anche solo il pranzo e la cena.
Ci si trova sempre tutti insieme, si ride, si scherza, si affrontano discorsi seri.

La prima cena nella nuova casa, per inaugurarla, le risate, il fantasticare sulle future cene, un po' più vecchi e consapevoli.
L'annunciazione del futuro pargoletto, con i parenti che scoppiano a piangere, le risate al pensiero che non si dormirà più di notte.
Sul tavolo passi le giornate a far quadrare i conti, l'affitto da pagare, il dentista, le bollette, ingegnarsi per trovare i soldi per le ferie.

Gli attimi passano, le ore anche e seguono i giorni gli anni, e su quel tavolo arriva il primo Natale, il primo cenone, la gente che esplode, si mangia come se non si mangiasse da anni, e tutte le volte ci si dice che l'anno prossimo non si farà così, no, fino a scoppiare no, minestrina per tutti.
Volano le risate rasenti a questo tavolo e a gli occhi velati di tristezza di chi pensa che il Natale sia una festa triste, e non si accorge che la vera cosa triste è accorgersi che manca qualcuno, seduto a quel tavolo a scherzare. Non è brutto il Natale in se, ma lo è il contare i posti e vedere chi manca.

Poi arriva il primo capodanno, il conto alla rovescia, quei botti che c'è chi li ama e chi li odia, i mille giochi da tavolo, l'oroscopo che ci rivelerà cosa ci aspetta.

Su quel tavolo si fanno i primi compiti per la scuola, vengono date le prime punizioni, arrivano le prime " ammissioni di colpe", volano le prime urla quando a cena si chiede a papà se si può stare fuori un po' più delle undici di sera.

Si chiedono le prime paghette, e su quel tavolo che, li ha visti crescere, si pianificano le varie modifiche di una vita che arriverà.

Il primo matrimonio, il primo figlio che intraprende la sua vita altrove, ma che tornerà sempre su questo tavolo per la prossima Pasqua, il prossimo Natale, e i prossimi compleanni.

E' sotto quel tavolo che ho passato la maggior parte delle mie giornate, mentre la loro vita mi correva intorno, mentre i bambini facevano i capricci perchè non volevano mangiare, e ogni tanto qualcosa veniva passata a me.

Ho visto un sacco di gente entrare e sedersi a quel tavolo per un po' di tempo, ne ho vista altra sparire, e ho visto chi è sempre rimasto.

Io ormai sono invecchiato, non ho più ne la voglia di correre ne di uscire, se non per esigenza.
Ma ho visto passare attimi, ore, giorni e anni qui intorno, e ho visto emozioni profonde come i nodi incisi nel legno di questo vecchio tavolo.

E anche se sono solo un cane, vorrei tanto che loro si vedessero con i miei occhi anche solo un momento, per capire come mi sento io a vederli vivere, e non potere neanche una volta appoggiare il mio bel muso su quel vecchio tavolo, unirmi a loro per un pranzo, e dirgli quanto gli voglio bene.


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