C'è da scegliere e basta
La vita è fatta di scelte, lo so, non ho scoperto l'acqua calda, ma questa storia, la mia storia, ho scelto di scriverla per ricordarmi una cosa importante.
Io sono Federica, vivo a Verona, ho 38 anni, un bambino di 6 anni che si chiama Marco e una bimba di 3 che si chiama Sofia, lavoro in una palestra e naturalmente mio marito Carlo ha deciso di lasciarmi perchè si è innamorato della baby-sitter dei nostri figli, tale Marina di 21 anni. Che uomo banale.
Mentre ero persa nelle mie mille paranoie che mi ha regalato quel gran genio di mio marito, mi sono accorta che mille volte mi sono chiesta cosa sarebbe successo se io 20 anni fa avessi scelto di non fare niente di quello che ho fatto.
Tutte le mattine apriamo gli occhi e decidiamo se alzarci o posticipare la sveglia sul cellulare di altri cinque minuti, poi decidiamo cosa indossare, se correre dietro l'autobus che stiamo perdendo o fregarcene e prendere il prossimo, decidiamo se rispondere a quello che sulla metro affronta discorsi filosofici mentre noi siamo ancora in coma e tentiamo di capire come svegliarci. Scegliamo se essere carini con i clienti e i nostri colleghi oppure inacidirci e sclerare alla prima parola sbagliata, scegliamo se impegnarci o stare a rubare lo stipendio, scegliamo se a pranzo preferiamo abbuffarci di porcate o stare leggeri, se rincasare con il sorriso sulle labbra e salutare il vicino di casa, scegliamo se rilassarci quando siamo sul divano oppure farci invadere la testa dai nostri pensieri.
Allora sono tornata indietro nel tempo, e mi sono immaginata la mia vita con scelte diverse.
Avrei scelto il liceo artistico, avrei scelto il motorino, avrei scelto un viaggio all'estero con la scusa di fare un master a Barcellona, avrei scelto Lorenzo e non Carlo, avrei scelto di insegnare, avrei scelto una vita diversa.
Alla fine però, non posso vivere di avrei, quindi vivo in base alle scelte che ho fatto, ogni tanto penso a quanto sia difficile scegliere, anche se è una cosa che facciamo tutti i giorni sia con cose banali che con cose importanti.
Quando è successo il "fattaccio" mi sono trovata davanti a una cosa che non avevo scelto io, aveva deciso Carlo, io ho solo affrontato le conseguenze, ho pensato che anche la sua scelta non doveva essere stata facile, ma non potevo cambiare le cose, quindi ho continuato la mia vita con tutte le sue discese e le sue risalite.
Tra alti e bassi ho scelto di avere al mio fianco le mie "tre caravelle" la Nina, la Miriam e la "santa Rosita".
Sono come le tre fatine della bella addormentata, ognuna ha la sua particolarità, loro ci sono sempre state, mi hanno aiutato con i bambini, mi hanno ascoltato quando non sapevo dove sbattere la testa, mi hanno insultata e cazziata quando dovevano e stasera mi hanno aiutata a scegliere.
Siamo uscite, ho lasciato i bambini a mia mamma - non voglio più avere baby sitter - e siamo andate a mangiarci una pizza Alla Grotta Azzurra, pizzeria che ormai è diventata la nostra sala riunioni da quando Carlo è scappato, ogni volta che rischiavo una crisi, mi portavano li, io mi sfondavo loro pure e attaccavamo a ridere, quindi quando questa sera siamo tornate ad abbuffarci, ho pensato che ho sempre esagerato nelle mie scelte, non sono mai stata tranquilla, tutte le volte io aggiungo ingredienti extra alla mia pizza e poi esco stracolme e nauseata.
Ho fatto così anche nella vita.
Ho scelto di annientarmi ogni tanto per far emergere Carlo, ho scelto di prendere una baby sitter per fare gli straordinari, ho scelto di innervosirmi sempre, di lasciarmi andare, di accontentarmi delle briciole, di non darmi il giusto valore, e ho scelto di strafare. Quindi ho scelto di piangere, di vedermi uno schifo, di non mangiare, di sentirmi persa, ho scelto di fallire e pensare di non sapermi rialzare, ho scelto di risollevarmi piano.
Questa sera tornando a casa, io e le mie "tre caravelle" ci siamo ritrovate a cantare in macchina come 4 ragazzine deficienti, e mi sono resa conto che da quando sto tornando a sorridere loro si sollevano, ogni mia gioia per loro è come un respiro in più, quando mi dicevano "Fede non piangere, fidati, un giorno ci faremo delle grosse risate su sta storia", io le guardavo piangendo e nella mia testa pensavo " quando? quando arriverà il momento di ridere?".
Oggi l'ho capito.
Quel momento arriva quando fai altre scelte, quando scegli di sorridere anche se non ti sembra il momento, quando scegli di sentire il testo di una canzone che descrive la tua storia come se stessi ascoltando una barzelletta, quando scegli di non pensare a cosa succederà domani, quando scegli di regalare alle tue "tre caravelle" un tuo sorriso.
Quando scegli per la millesima volta di essere ancora felice, perchè è la scelta giusta.
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