CHIAMAMI CENERENTOLA
Ti basta girare al supermercato, con il tuo carrellino da sfigata, disperata, conciata come una zingara, tra un limone e una banana, che ti giri e vedi lui.
Lui che va a zonzo tra la verdura con il suo foglietto con scritto su l'elenco della spesa.
Tu in quel momento entri in stand by, come una scema con il guantino di plastica e la cicoria in mano.
Lo guardi e speri che nella sua lista, tra le bistecche e i formaggini, ci sia il tuo nome!
Lo guardi mentre tasta mele, e vedi quelle mani.
Le mani che hai sempre desiderato. Grandi, ruvide, callose, forti! Quelle mani che ti fan capire che se domani devi stringere un bullone non ti servirà più la chiave inglese perchè a lui basteranno due dita.
Tu rimani li, sempre come una scopa. Fissa, immobile, con la tua cicoria in mano.
E lo guardi sorridere mentre cerca le albicocche e in realtà le aveva sotto il naso.
Lui spontaneamente sorride, e tu ti senti la regina delle cretine. Ti immagini quel sorriso di prima mattina quando ti svegli. Quei denti perfetti da pubblicità delle cicche svedesi.
Lo guardi bene, vedi queste spalle enormi, e ti chiedi come è possibile che tutto ciò sia reale.
Ormai sei talmente imbambolata che la gente ti appende il cappotto mentre maneggia con le arance, sei diventata l'attaccapanni del reparto ortofrutta.
Poi improvvisamente si gira e ti parla, non hai la più pallida idea di quello che ti stia dicendo, ormai sei catatonica, ti sta di certo chiedendo una cosa sui pomodori, ma tu ormai sei li con la tua cicoria, il cappotto di nonna Cesira, e non capisci.
Sai solo che una volta che hai incrociato quegli occhi azzurri ti sei persa, non hai più capito una ceppola. Hai già sperato che i vostri figli prendano tutto da lui.
E lui parla, parla, parla. e tu lo picchieresti con la cicoria e gli diresti che non deve parlarti, dovrebbe baciarti e portarti via come una principessa da quel reparto ortofrutta.
Quando ti riprendi, scopri che lui ti stava spiegando che stava cercando i pomodori per farti due spaghettini, ma che forse è meglio invitarti a cena. Tu sei sempre li con la cicoria in mano, la tuta, i capelli legati a caso e il trucco sfatto. Lo guardi e pensi solo " ti prego prendimi e fai di me quel che vuoi" e ti visualizzi a percorrere la navata con la cicoria al posto del bouquet!
Lui ti tocca il braccio e ti chiede come ti chiami, ma in quel momento ti esce solo "Cenerentola, chiamami Cenerentola".
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