Clara
Ho ordinato il nostro tè nero con un goccio di latte, tre baci di dama, uno per me e due per te, ho aperto il mio diario in pelle, quello che mi avevi regalato tu, ti ricordi?.
Sono passati tanti anni, i diari all'intero sono cambiati, non so quante volte ti ho scritto, la copertina ormai è vissuta, è stata accarezzata dalle mie mani mille volte, e tutte le volte che passavo le mani sulla frase che hai fatto incidere per me , mi rivedevo con i tuoi occhi.
I tuoi occhi.
Non sai quante volte ho sognato quegli occhi. Grandi, sognanti, con cui guardavi il mondo che non c'è, quello tuo, quello in cui tutto è perfetto, anche quando non lo è. Occhi che hanno attraversato periodi orrendi ma che sono sempre riusciti a salvarsi, occhi che lanciavano sguardi di passione anche quando non era il momento, occhi che cercavano una via di fuga in un posto lontano da tutto quello che stavamo passando, li stessi occhi che mi hanno guardato e mi hanno detto ti amo, ma non so quando potremo rivederci.
Sono qui, in questo bar dell'aeroporto ad aspettarti per il nostro tè, e davanti a me c'è una coppia di ragazzi.
Non riesco a capire cosa gli stia succedendo, sono qui seduti uno difronte all'altro con due grandi zaini, non so dirti se devono intraprendere il loro viaggio o se lo hanno appena concluso, so solo che si guardano negli occhi come facevamo noi, piangono, si accarezzano a vicenda il viso.
Come sarà andata tra di loro? mi chiedo se il loro è un'amore come il nostro, lungo intenso e pieno di scogli, o se invece per loro è stato tutto più semplice, come un fiume che passa tranquillo, che con le piogge si allarga, scende dalla valle e erode le rocce in mille sassolini, che si porta dietro, diventando sempre più grande, sempre più forte fino a sfociare lentamente in mare.
Non riescono a non piangere, li guardo e spero per loro, spero che il fiume non straripi così, improvvisamente, come con le alluvioni, voglio vederli arrivare al mare, voglio che loro riescano a tenersi la mano a vita, voglio che riescano a invecchiare insieme, contandosi le rughe che aumentano a vicenda e guardarsi tutte le mattine negli occhi sapendo che quelli non invecchieranno mai.
Cosa li avrà ridotti così? cosa ci ha ridotti così?
Quando hai preso quel treno, non avrei mai pensato di non riuscire a rivederti, se avessi saputo che poteva passare tutto questo tempo senza toccarti, avrei passato la nostra ultima ora tenendoti le mani.
Invece no hai preso quel treno, sei dovuta andare e io mi sono trovato costretto a vivere di attimi rubati ai ricordi. Attimi di felicità che nella mia mente non se ne sono mai andati.
Poi dopo quarantanni passati a ricordarti, quarantanni passati tentando di vivere una vita parallela, con una moglie, dei figli, la casa in campagna, le vacanze al mare, i natali e i compleanni, eccoti..... Arriva la tua lettera.
Sei tornata, sei ancora qui. Dietro quella lettera ci sono ancora i tuoi occhi e le tue mani. Dietro quella lettera c'è il tuo profumo che non è mai andato via.
Dietro quella lettera c'è il mio paradiso. Ci sei tu.
E quindi a distanza di tutti questi anni, vedovo io, vedova tu, ci ritroviamo per rivivere quella vita che non siamo mai riusciti a vivere insieme, spensierati, come quel fiume.
Quindi sono venuto qui quel sabato e ti ho aspettata in questo aeroporto, con il nostro tè nero e i baci di dama che ti piacevano tanto.
Ma non sei mai arrivata... quell'aereo non ti ha portata da me.
E io sono rimasto qui ad aspettare una vita che con te non è mai iniziata, il nostro fiume non è mai arrivato al mare, si è prosciugato prima, non abbiamo avuto piogge che ci hanno aiutato a crescere, ma solo siccità.
Così ogni sabato vengo qui, prendo il nostro tè, i nostri baci di dama e ti scrivo, ti scrivo tutto quello che vedo e che avrei voluto condividere con te.
Lascio qui il tuo tè, e i due ragazzi che ancora si accarezzano, spero solo che le loro lacrime aiutino il loro fiume.
Io accarezzo l'incisione che mi hai fatto sul diario, " per i tuoi occhi che vedono anche quel che non si vede, e le tue mani che scrivono quel che le tue labbra non riescono a dire", sorseggio il mio tè e aspetto il nostro prossimo sabato.
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