UN VIAGGIO DA MINI PONY


Un aforisma dice "non è importante la meta, ma il viaggio". Non ho mai pensato che si riferisse a un viaggio fisico, ci sono mille modi di viaggiare e mille posti dove andare.
Mentre sono su questo treno capisco che il mio viaggio é iniziato tanto tempo fa, ma ho sempre pensato alla meta e ho sempre avuto fretta di arrivare.
Adesso me la sto godendo, guardando fuori dal mio finestrino, ricordando cose passate e tentando di costruire ricordi nuovi dato che dicono che allunghi la vita.
Mi hanno sempre detto che bisogna amare se stessi per stare bene con gli altri, io ho capito che per ora non posso dire di amarmi, è una parola ancora grossa. Io mi sto "frequentando", per ora mi trovo bene e se son rose fioriranno!
Ho capito che se la luna ha il diritto di uscire tutte le sere con tutti quei crateri, io posso portare al mare tranquillamente la mia cellulite, ho capito che ho una bambina di cinque anni che vive ancora dentro di me e che non ho intenzione di mandarla via, anzi. Lei è sempre presente quando voglio giocare con le bolle di sapone, quando al mare faccio castelli di sabbia, quando faccio i capricci perché non accetto che le persone possano essere cattive.
Ho trovato una missione da compiere, far capire ai bambini che sono un magnifico mini pony colorato, ho il bisogno di far credere loro che possono essere quello che vogliono, che la fantasia sarà la cosa che li renderà unici, che c'è bisogno che almeno loro mettano ancora delle ali di tulle sulle spalle e che fingano di volare, perché ci sono momenti in cui la terra capisce quanto stiamo diventando cattivi e inizia a tremare per farci capire che durante le catastrofi siamo tutti uguali. È lì che bisogna ricordarsi che possiamo volare per andare oltre alle cose inutili.
Ho capito l'importanza dei vent'anni, quando ti senti invincibile, torni a casa dopo esserti ubriacato di sentimenti e alcool, se ne hai la forza ti strucchi, ti spogli e ti butti a letto per riprendere conoscenza minimo dopo dieci ore di coma. Poi ho scoperto l'importanza dei trent'anni quando la forza la cerchi per riuscire ad andare a cena dagli amici che ormai si sposano e figliano e tu magari pensi a come mappare la tua vita sul tuo corpo con i tatuaggi per cercare di farti conoscere internamente e quando torni a casa, non solo ti strucchi, ma metti la crema per le borse, quella per l'eczema che ormai convive con te, ti metti l'olio sul corpo perché la tua pelle inizia ad avere sete, metti l'apparecchio perché lo stress fa talmente parte di te che di notte digrigni. Allora poi sei pronto a dormire un massimo di sei ore perché altrimenti ti svegli con il mal di testa.
Mentre guardo fuori da questi finestrini penso che ad ogni stazione saliranno nuovi compagni di viaggio e ne scenderanno altri, che non tutti continueranno questo viaggio con me, non perché non me lo merito o perché non se lo meritano loro, semplicemente perché ogni persona ha il suo viaggio.
Ci sono persone che passano il loro viaggio a cercare qualcuno, io ho deciso di cercare me, sarà un viaggio lungo, magari ad un certo punto mi romperò anche le palle perché certe volte faccio fatica a convivere con me, ma si sa, le convivenze non sono mai facili.
Per ora colleziono sentimenti, parole e abbracci. Ho deciso che se un giorno qualcuno vorrà cercarmi e tentare di entrare nella mia testa anche se c'è casino, butterò i cattivi pensieri sotto lo zerbino e preparerò un caffè.
Nel frattempo continuo a viaggiare su questo treno, con i miei capelli rosa, le ali da mini pony nascoste in borsa e con un posto sempre libero affianco a me.

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