L'ALTALENA






Quando ero piccola avevo una passione, che non mi è mai passata. L'altalena.
Non so dare una spiegazione a questa mia passione, anche perchè ho sempre sofferto di vertigini, avevo paura di guardare giù anche dal letto a castello, ma malgrado tutto dormivo nel letto di sopra.
 
Per salirci non usavo la scaletta come i comuni mortali, ma mi arrampicavo ai mobili e salivo.
I voli più brutti li ho fatti da quel letto, avevo paura, ma ci salivo comunque.

Stessa cosa valeva per l'altalena, quando ci salivo avevo il cuore in gola, sapevo che con i piedi non potevo toccare a terra, cosa che mi distruggeva, ma stringevo le manine alle catene e pregavo di arrivare il più in alto possibile.

Potevo guardare tutto dall'alto, vedevo le cose diventare piccole, scapparmi di mano, guardavo i miei piedi che sfioravano i rami, toccavano il cielo e improvvisamente ricadevano giù a sfiorare i sassolini del parchetto, gridavo come una pazza, ma mi giravo e sapevo che dietro di me c'era mio nonno e che lui avrebbe fatto di tutto per tenermi a terra.

Avevo solo un piccolo problema, non sapevo andarci da sola, avevo per forza bisogno di qualcuno che mi desse la spinta, e non mi accontentavo della spinta iniziale, dovevano spingermi per forza fino a quando non decidevo di scendere. e molte volte la decisione di tornare con i piedi per terra non era la mia, ma quella di mio nonno che mi diceva che anche gli altri bambini dovevano salire.

Nella mia vita è sempre andata così, e penso che sarà sempre così.

Ho sempre avuto una gran voglia di fare un sacco di cose, cocciuta fino alla morte, ma con una gran paura dentro.

Prendo la rincorsa, mi lancio, lascio i piedi nel vuoto ma stringo con tutte le forze le mani alla catena, ora sono su e vedo tutto bellissimo, due secondi dopo son giù con il terrore di andare con la faccia per terra.

Ora sono su e per me sei tutto, due secondi dopo cado a picco e mi chiedo cosa ci faccio qui, poi mi rilancio, tiro un calcio a tutto quello che mi sta dietro per tentare di fare un salto in quello che mi aspetta davanti a me.

Ho visto mille bambini prendere la rincorsa da soli, dondolarsi velocissimi e poi scendere saltando mentre erano ancora in volo.

Io il massimo che facevo era provare a staccare una mano, ma poi mi sentivo subito persa, giravo la testa mi guardavo intorno e tentavo di riprendere il mio volo.

In tutto questo mio dondolare, non son mai stata da sola, ho sempre avuto dietro qualcuno.

Non ho mai smesso di andare in altalena, ne ho una emotiva che dura da una vita, e non so se sarò mai capace di scendere.

Ho imparato a spingermi da sola, e tutt'ora quando posso ci salgo, anche se magari non mi spingo troppo in alto, e soprattutto ho paura quando qualcuno prova a spingermi, non mi fido.

Alla fine sto bene così, con il cuore in gola,le gambe a penzoloni, le mani che mi fan male da quanto stringo per rimanere attaccata a quelle catene, aspettando solo di voltarmi e sapere che dietro di me c'è qualcuno pronto a riportarmi a terra.

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