venti passi all'altare
Ciao polpettina,
ti ho chiesto di leggere questa lettera quando tornavi a casa perchè volevo farti vivere a pieno il tuo giorno.
Questa notte non ho chiuso occhio, tra i miei pensieri e quelli di tua madre, sopra al nostro letto c'era troppo rumore.
Non facevo altro che pensare che era stupido avere l'ansia, alla fine sono anni che sei fuori di casa, non avrebbe senso, ma non ce la facevo a non pensare che quella era l'ultima notte in cui eri ancora mia, mia soltanto. Eri ancora nel tuo letto, nella tua cameretta, ci separava solo una porta.
Cento volte ho aperto quella porta, cento volte quella porta è stata sbattuta.
Quella era la porta che all'inizio volevi che rimanesse aperta così se avevi paura e mi chiamavi io potevo arrivare prima per salvarti dai tuoi "mostri", poi con il passare degli anni e quando hai iniziato a giocare con le tue amichette, volevi che quella porta venisse chiusa, quando entravo mi dicevi sempre " papà tu non puoi stare qui! Stiamo facendo i giochi da femmine!", io me ne andavo ridendo, pensando che fino a quando eri una femmina potevo stare tranquillo, i problemi sarebbero arrivati nel momento in cui saresti diventata una donna!
Ma basta essere smielato, sono qui che ti guardo correre da una parte all'altra della casa, con l'acconciatura pronta e il trucco fatto a metà, tua mamma continua a gridare dietro a me e tuo fratello dicendoci di vestirci, tu strilli perchè deve arrivare il fotografo che è in ritardo, e io mi fingo tranquillo, in realtà non mi finisco di vestire perchè so che se lo faccio, sono pronto e finito, e sinceramente non ho voglia, voglio godermi ancora un po' questo momento.
Tu che hai una luce negli occhi che non ho mai visto prima, tua mamma è stupenda, neanche quando ci siamo sposati era così perfetta, ma non glielo dico, la bacio e basta altrimenti poi si monta la testa! Io intanto perdo tempo tra una tartina e l'altra, tra il fotografo e gli amici che iniziano a farci visita.
Mi dispiace, tu oggi sei una donna, e non più quella bambina che non mi voleva in camera perchè faceva i "giochi da femmina", non sei neanche la ragazza che strillava dalla finestra ai suoi amici per andare a giocare a calcetto in cortile, e neanche quella che usciva dicendomi che andava dalla sua amica a dormire e poi andava a ballare, credendo di avere un padre scemo, mi spiace ma queste cose le ho fatte prima di te.
Oggi sei quella che esce di casa in abito bianco facendo i cori da stadio! "acclamata" dalla via come sa fare solo una diva, e si ora sono pronto a fare quei venti passi per portarti all'altare, i più lunghi della mia vita, dopo che mi hai spiegato cento volte cosa devo fare, da che parte devo mettermi, e come devo camminare, ti prendo sotto braccio, parto e cara polpettina mia, ti lascio davanti all'altare nelle mani di un altro uomo, facendo lo sgargiante, il simpatico, e quello che non è emozionato, ma ricordati una cosa, nessuno ti amerà mai quanto ti amo io!!!!
Baci, il tuo papà!
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